L’introversione ha sempre rappresentato un tratto distintivo della mia personalità fin da quando ero piccolo e col passare degli anni si è accentuata in modo sempre crescente, facendo di conseguenza aumentare in modo esponenziale il mio dialogo e la mia consapevolezza interiori. Questo dialogo interiore si è evoluto nel corso degli anni: ricordo che era già presente, seppure in modo ancora molto primordiale, all'età dell'asilo (4-5 anni), quando già percepivo certe emozioni con una lieve venatura di malinconia (attenzione, non nel senso di depressione, ma secondo il significato romantico del termine). Ora che ho 20 anni questo dialogo ha raggiunto dei livelli di complessità e profondità notevoli, tanto che io stesso farei molta fatica ad esplicare per iscritto in modo chiaro i miei stessi pensieri. Penso che questa quantità di pensieri sia un tantino eccessiva per la mia età, magari mi sbaglio, ma anche no. Se mi sono avvicinato al mondo dei sogni lucidi è soltanto merito della mia introversione: cosa c’è di più introspettivo dei propri sogni?
Diciamo che fino all'età di circa sedici anni, ovvero fino al 2011, il mio livello di consapevolezza interiore era ancora piuttosto basso se paragonato a quello odierno, infatti non stavo a scervellarmi molto su questioni interiori troppo astratte e complesse, ma prendevo la vita in modo tutto sommato spensierato; vivevo, si potrebbe dire, nel "mondo dei sogni" tipico dell'infanzia e dalla prima adolescenza. Il 2011 che ho citato prima è stato un anno di svolta, poiché a causa di vari fatti negativi che si sono succeduti in breve tempo (morte di mio nonno in primis), questa spensieratezza è stata in breve tempo spazzata via del tutto da una serie di pensieri cupi, scaturiti proprio da una rapida presa di coscienza della cruda realtà. Da allora il livello della mia autocoscienza inizia ad impennarsi e la mia mente diviene sempre più affollata da pensieri di tipo esistenziale e da teorie tutte mie personali sulla vita, che non sto qui a spiegare, meglio evitare. Un elemento fondamentale che distingue le due fasi che ho appena descritto è il rapporto tra il presente e il passato: nell'era pre-2011 giudicavo il presente qualitativamente superiore al passato, ad esempio nel 2007 dicevo che quell'anno è sicuramente meglio di quello precedente, che a sua volta è stato meglio del 2005, e così via. Nell'era post-2011-attuale, invece, questa visione del rapporto presente-passato si è invertita, ad esempio nel 2014 ritenevo che il 2013 fosse stato un anno migliore, e così via. Secondo questa visione si deduce infatti che avverto il passare del tempo come qualcosa che determina una lenta e inarrestabile decadenza. Ma questa decadenza è soltanto un'impressione, poiché basandosi sui fatti oggettivi non è così; di questo ne parlerò meglio in seguito.
Dopo questa premessa necessaria, ora si può passare al nucleo vero e proprio di questo topic.
Da tutte le osservazioni che ho fatto prima, si può quindi dedurre che l'elemento che maggiormente caratterizza la mia introversione è il rapporto tra presente e passato, che viene esplicato grazie al RICORDO. Quello che affolla la mia mente per gran parte della giornata è la costante focalizzazione della mia attenzione sul passato, il mio passato, composto dai ricordi di esperienze vissute, persone conosciute, luoghi, atmosfere e canzoni che hanno caratterizzato ogni determinato periodo della mia vita. Nonostante questo *passato* non sia sempre stato oggettivamente felice e spensierato (ognuno di noi alterna periodi felici a periodi tristi, è normale) ogni singolo attimo di esso, a partire dai momenti più recenti fino a quelli meno, lo rivivo nel ricordo come qualcosa di glorioso e idilliaco, insomma, come se in quelle circostanze che richiamo alla memoria vivessi in modo estremamente felice. Ma questo è soltanto un inganno della mente, che come si sa, col passare tempo tende a deformare i ricordi (di questo noi del forum ne sappiamo qualcosa a proposito dei sogni). Questo mondo idilliaco che è il mio passato, o meglio, la sua rievocazione, si contrappone al presente, che lo vedo come qualcosa di squallido, banale e tutto sommato triste, anche se si tratta dello stesso presente che è entrato nei ricordi tanto idolatrati. Questi ricordi li rivivo in chiave estremamente malinconica, perché vorrei tanto ritornare indietro nel tempo per rivivere quei momenti, ma ovviamente ciò non è possibile, le macchine del tempo esistono solo nei film di fantascienza! Per questo motivo, una mia frase ricorrente è: «Che bei tempi...!», oppure: «Ah, com’ero fortunato all’epoca...!». Devo chiarire che per "presente" non intendo soltanto l'istante in cui mi accorgo di essere qui e adesso, ma abbraccia un lasso di tempo più o meno esteso, che in genere può variare da pochi mesi ad un anno intero. Proprio per questo motivo, trascorso quell’intervallo di tempo variabile, il presente si trasforma in passato ed entra quindi a far parte di quell’immaginario perfetto che si forma nella mia mente. Per fare un esempio, in questi giorni inizia ad entrare a far parte di questo passato dorato il periodo marzo-aprile di quest’anno. Il vero problema è che nel ricordo rimpiango pure momenti che oggettivamente erano qualitativamente inferiori ad adesso (scusate la dissonanza tra le parole): in fondo, uno, due o tre anni fa, vivevo giornate come quelle di adesso, avevo le solite preoccupazioni, i soliti problemi da risolvere, forse anche più di adesso. Eppure non c'è niente da fare: nel ricordo quelle giornate acquisiscono una perfezione indescrivibile, mentre il presente non mi trasmette nessuna sensazione, se non quelle negative e questo senso di decadenza inarrestabile.
Il metodo più immediato per rievocare un preciso periodo del mio passato è l'ascolto della musica, in quanto ne sono un grandissimo appassionato fin da quando ho memoria e posso arrivare ad ascoltarla anche per dieci ore al giorno. I miei generi preferiti sono tutti quelli contenuti nella immensa categoria "Rock", dal Rock n roll degli anni 50 al black metal più furioso, passando per l'hard rock, l'heavy metal classico e il punk dei Ramones (tengo a precisare che il punk inglese invece non mi piace e non ne condivido le tematiche). Il black metal è un genere che mi ha sempre affascinato, perché mi dà delle sensazioni profonde che nessun altro genere più dare, nonostante possa sembrare di primo impatto soltanto urla e rumore. Salvo alcune rare eccezioni, gli altri generi al di fuori di quelli che ho nominato, in particolare pop ed elettronica in generale, li considero generi di basso livello e con canzoni "usa e getta", perché dopo pochi ascolti (per carità, anche piacevoli) diventano stucchevoli e mi causano un certo senso di rigetto e nervoso. Una canzone rock o metal, invece, non tradisce mai e può essere ascoltata anche più di mille volte senza che l'attrazione per essa diminuisca. Tutto questa parentesi musicale serve per far capire un altro aspetto della mia mentalità; nessuno me ne voglia, questa è solo la mia visione della musica.
Tornando a quello che dicevo prima, ogni periodo della mia vita è scandito dalle varie canzoni che ascoltavo in quel periodo, che sono rimasti legati in modo indissolubile tra di loro. Appena sento poche note di una canzone, so dire perfettamente in che epoca e in quali circostanze la ascoltavo, facendomi tornare alla mente tutti i ricordi.
L’apoteosi di questa mia tendenza a pensare al passato è avvenuta per quanto riguarda il periodo che va dal novembre 2013 al marzo 2014. Quei cinque mesi sono stati per me qualcosa di emotivamente complesso e di una profondità impressionante sotto vari punti di vista: affettivo, sentimentale, familiare, ecc...Non sto qui ad approfondire perché è qualcosa di troppo personale. Bene, quel periodo mi è rimasto impresso nella memoria in modo indelebile e da allora non c’è stato singolo giorno in cui non lo abbia rievocato. Se ora faccio un paragone oggettivo tra ora e quei momenti, ovvero basandomi sui fatti e non sulle emozioni scaturite dai ricordi, sicuramente sono più sereno in questo periodo piuttosto che allora, ma purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) tutte quelle atmosfere che si sono formate all'epoca hanno lasciato una traccia indelebile nel mio ricordo. Per chi volesse dare un ascolto, QUESTO è l'album-simbolo di quel periodo; sono sette canzoni di una profondità impressionante, ma non è musica per tutti, per apprezzarla a pieno vi vogliono almeno dieci ascolti.
A marzo di questo anno, ho addirittura scritto una specie di storia dettagliata di tutti i fatti che sono avvenuti in quei cinque mesi; ho fatto un pdf di oltre 100 pagine scritte piccolissime, solo per rendere l’idea, perché temevo che quei ricordi prima o poi sarebbero svaniti nella mia mente. Avrei addirittura in progetto di estendere questa storia alla mia vita intera (una sorta di cronologia biografica), ma credo che per ora rimarrà soltanto un progetto, poiché mi richiederebbe troppo tempo e concentrazione che ora non posso permettermi.
Un'altra piccola curiosità che vi rivelo: il 19 presente nel mio nickname qui sul forum ha proprio a che fare con quel periodo, non è la mia età, come si potrebbe pensare... Fc sono le mie iniziali e la m è una lettera aggiuntiva (anch'essa ha un suo perché di esserci, ma preferisco sorvolare).
Coloro che hanno letto con attenzione il mio post fin qui si saranno senz’altro accorti che non ho nominato nemmeno una volta la parola FUTURO. Il motivo è semplice: non essendo qualcosa di materiale, non lo prendo in considerazione. Non credendo per nulla alle premonizioni o alle varie cose magiche (sono una persona 100% razionale), lo posso soltanto immaginare nella mia fantasia, ma non posso in alcun modo prevedere se esso seguirà questo andamento decadente o se ci sarà una seconda inversione di tendenza come quella del 2011.
Alla luce di questo, una mia task per i sogni lucidi infatti è sempre stata quella di tele trasportarmi in questo passato per cercare di riviverne i momenti più belli. Ma purtroppo i miei lucidi scarseggiano, quindi….
Non c’è una domanda vera e propria che vi pongo, ma indicativamente mi piacerebbe sentire da voi cosa ne pensate di questa visione a mio avviso così assurda del ricordo e di questa presenza così ingombrante del passato con una visione del presente così squallida. Purtroppo è venuto fuori un post così lungo, ma mi è stato necessario per descrivere tutto per bene, visto che in genere faccio molta fatica a mettere nero su bianco i miei pensieri. Sperando di non avervi annoiato (molto probabile), sarò molto lieto di leggere i vostri eventuali commenti.
PS. Se poi mi viene in mente qualche altro dettaglio lo aggiungerò in seguito.
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