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Gli onironauti hanno un cervello diverso?

Link Ufficiale: https://www.nature.com/articles/s41598-018-36190-w
Altre fonti: http://www.marbilab.eu/it/research-menu-it/functional-connectivity-menu-it
Autori informazioni originali: Benjamin Baird , Anna Castelnovo , Olivia Gosseries & Giulio Tononi 

Il primo studio che tratteremo oggi analizza l’apparente proporzionalità diretta che intercorre tra frequenza dei sogni lucidi ed una maggiore connettività funzionale tra la corteccia frontale e le aree di associazione temporoparietale.

Per connettività funzionale si intende la correlazione temporale del segnale BOLD in due o più regioni anatomicamente distinte e spazialmente remote, in questo caso del cervello. Per segnale BOLD si intende, invece, quello specifico “impulso” generato dal complessivo afflusso sanguigno cerebrale da parte delle grandi arterie e vene, piccole arteriole e venule e da parte dei capillari.

Infatti, alcune delle prove neurobiologiche implicano il coinvolgimento della corteccia prefrontale anteriore (aPFC) e della corteccia parietale nel fenomeno del SL. E’ stata analizzata la risonanza magnetica (strutturale e funzionale) da un campione di 14 individui che hanno riportato all’incirca 3 SL a settimana (che per comodità chiameremo gruppo A) e un gruppo di controllo abbinato per età, genere e ricordo dei sogni che riportavano meno di 1 SL all’anno (gruppo B). Spesso, nella ricerca del campo dell’onironautica, è utile confrontare individui che abbiano una frequenza più o meno elevata di SL con soggetti in cui, invece, essi stessi scarseggiano.

Il gruppo A ha mostrato una maggiore connettività funzionale nello stato di riposo tra aPFC sinistro angolare e giro laterale bilaterale, giro frontale inferiore e grado e forza nodo più elevati nell’aPFC sinistro . Al contrario, non sono state osservate differenze significative nella struttura stessa del cervello.

La maggiore connettività funzionale tra aPFC e aree di associazione temporoparietale è qualcosa di altamente singolare, considerato che esse sono regioni normalmente disattivate durante il sonno.

Una curiosità di non poco conto: inizialmente, la comunità di filosofi e scienziati era scettica nei confronti dell’eventuale possibilità che l’essere umano fosse in grado di avere SL. Idea sconfitta, per fortuna, attraverso l’analisi concreta di segnali di movimenti oculari volitivi che possono essere registrati nell’elettro-oculogramma durante il sonno REM verificato dalla polisonnografia.

Stando ad una raccolta dati ufficiale di qualche tempo fa, gli onironauti sono molto rari e si assiste ad una variazione sostanziale nella frequenza dei sogni lucidi che va da: mai (circa 40-50%) a mensili (circa 20%) a una piccola percentuale di persone che sperimentano SL più volte alla settimana o in alcuni casi ogni notte. Questa variazione invita a chiedersi se il fenomeno sia correlato a differenze individuali nelle proprietà anatomiche o funzionali del cervello, parlando proprio in termini di volume e di struttura.

Addentriamoci nella grande matassa di reti neurali che ognuno di noi possiede. La corteccia prefrontale, parietale e temporale media laterale mostrano un basso livello di rCBF (Regional Cerebral Blood Flow) durante tutto il sonno, inclusa la fase REM (sogno). È stato ipotizzato che l’ipoattività di queste regioni sia alla base della ridotta consapevolezza di sé e del controllo volitivo durante il sogno.

Escludendo esperimenti che hanno riguardato individui singoli, le quali conclusioni devono ancora essere soggette a riscontri ufficiali su un grande numero di persone, le prove che collegano le regioni frontopolari e parietali al sogno lucido sono coerenti con il ruolo di queste regioni nelle funzioni metacognitive. Ad esempio, la ricerca ha scoperto che aPFC mostra una maggiore attivazione durante l’autoriflessione sugli stati interni, come la valutazione dei propri pensieri e sentimenti. Gli individui possono anche imparare a modulare volontariamente l’attività in aPFC attraverso strategie di consapevolezza.

La varianza interindividuale nell’abilità metacognitiva è stata anche collegata al volume di materia grigia aPFC e sua connettività funzionale. Infine, i pazienti con danni a questa regione mostrano frequentemente deficit come l’incapacità di monitorare i sintomi della malattia o di valutare accuratamente il loro funzionamento cognitivo, simili alla mancanza di comprensione metacognitiva dello stato di coscienza globale caratteristico del sonno REM non lucido.

Sono stati condotti numerosi altri studi, più recenti, in merito. Per chi volesse approfondire, clicchi QUI.

International Lucid Dream Induction Study

Link Ufficiale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7379166/
Autore delle informazioni originali: Denholm J. Aspy 

Come suggerisce il titolo, riassumibile nella sigla ILDIS, in questo articolo parleremo di un interessante studio condotto in merito all’analisi dell’efficacia di ben cinque diverse combinazioni di tecniche di induzione del sogno lucido (SL). Alcune di queste le conosciamo molto bene: si tratta del test di realtà (RT o RC, Reality Check), Wake Back to Bed (WBTB), la tecnica Mnemonic Induction of Lucid Dreams (MILD), il Senses Initiated Lucid Dream (SSILD) e una tecnica ibrida che combina elementi di MILD e SSILD.

I 355 partecipanti hanno completato due questionari di monitoraggio/raccolta dati, uno pre-test e uno post-test, correlati rispettivamente alla settimana prima e dopo l’inizio dell’utilizzo delle tecniche. I risultati ricavati suggeriscono che la tecnica MILD e quella SSILD sono efficaci allo stesso modo, mentre quella ibrida non ha mostrato particolari vantaggi rispetto alla pratica in senso unilaterale di una o dell’altra, prese separatamente. Il che significa che praticare MILD o SSILD può essere funzionale all’induzione dei SL, ma mischiare contemporaneamente le due tecniche non porta nessun vantaggio. Inoltre, nel momento in cui una delle due tecniche abbia avuto successo, si è notato che bastavano 10 minuti per addormentarsi e che la memoria dell’esperienza onirica appena vissuta era stata ottimizzata.

Un altro dato rassicurante consiste nella conclusione che aver indotto un SL con queste tecniche non abbia inficiato negativamente sulla qualità del sonno. Inoltre, stando alle informazioni ricavate dallo studio, le tecniche erano efficaci indipendentemente dalla frequenza di base dei sogni lucidi o dall’esperienza precedente dell’individuo con le varie tecniche di onironautica.

E’ una buona idea coltivare l’arte dell’onironautica oggi? Se sì, come farlo?

Informazioni tratte da NCBI: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/
Vedi anche Science: https://www.science.org/
Autori delle fonti/documenti originali: Raphael Vallat e Perrine Marie Ruby
Autore dell'Articolo: NeuroEngineer

I SL ieri e oggi

Nonostante il sogno lucido abbia ricevuto una delle sue prime menzioni negli scritti del filosofo greco Aristotele nel IV secolo a.C, l’indagine scientifica sul LD (Lucid Dream) non è iniziata prima del diciannovesimo secolo (de Saint-Denys , 1867 ) e l’uso di metodi oggettivi per studiarlo è emerso solo pochi decenni fa (es. LaBerge, 1979 , 1980 , 1988 ; LaBerge e Rheingold, 1991 ; Levitan e LaBerge, 1994 ).

Recentemente, il mondo dell’onironautica ha acquisito una certa visibilità: i sondaggi hanno mostrato che 1/4 di tutti i partecipanti (1.380) ne aveva sentito parlare almeno una volta nella propria vita, che il tema non è visto più come mera materia esoterica e che il pubblico ha un’opinione generalmente positiva su di esso (Lüth et al., 2018 ; Neuhäusler et al., 2018 ).

Con l’emergere di uno stile di vita digitale, di VR e di videogiochi iper-realistici, è diventato ovvio per un numero sempre crescente di persone che il SL sia la forma definitiva di esperienza immersiva. In effetti, offre un mondo (gratuito) unico e fantastico in cui tutto può diventare possibile o controllabile e sembra reale senza mettere a rischio il sognatore. Queste caratteristiche (fantastica esperienza sensoriale ed emotiva) lo rendono indubbiamente altamente desiderabile (es. Stumbrys et al., 2014 ).

Esiste tuttavia un problema statistico che impedisce alla maggior parte della popolazione di goderne: il SL spontaneo non è frequente. Circa il 50% degli individui ha sperimentato almeno un sogno lucido nella propria vita e solo l’11% riferisce di avere due o più sogni lucidi al mese (Schredl e Erlacher, 2011 ; Saunders et al., 2016 ; Vallat et al., 2018 ) . Inoltre, la macro-categoria degli onironauti è divisibile a sua volta in sognatori lucidi naturali e sognatori lucidi non naturali (tecniche mentali/manuali/artificiali): la seconda tipologia supera di molto, a livello di numeri, la prima.

Non sorprende che in questo contesto siano stati sviluppati e commercializzati numerosi metodi e dispositivi di allenamento, più o meno validi, volti ad aumentare la frequenza dei SL e relativo livello di controllo. I vari metodi di induzione possono essere classificati in tre categorie:

(1) tecniche cognitive*

(2) stimolazione esterna durante il sonno, come nel caso di Iband+ (https://www.ibandplus.com/)

(3) assunzione di sostanze specifiche (Stumbrys et al., 2012 ; Dyck et al., 2017 ; Bazzari , 2018 ; LaBerge et al., 2018 )

Nessuno di questi tre gruppi di tecniche si è dimostrato tuttavia stabile, efficace ad un alto livello o comunque universalmente valido. Si è ancora alla ricerca di modalità innovative con le quali raggiungere questo scopo. Sono nati diversi progetti di ricerca o startup, nel mondo, che cercano di sviluppare dispositivi BCI (Brain Computer Interface) volti al rendere disponibile a tutti l’onironautica, ad un potenziale più alto e controllato del normale, con numerosi effetti secondari e di produttività alternativi. La strada della tecnologia, infatti, sembra essere la più produttiva e facile da seguire. Basti vedere progetti simili, che in modo diverso hanno sempre a che fare con il cervello, come Neuralink di Elon Musk.

Rischio di interruzione del sonno dovuto ai metodi di induzione LD (Lucid Dreaming)

Molti dei metodi di induzione alterano deliberatamente o incidentalmente l’architettura naturale o la durata temporale (sia reale che percepita) standard del sonno. Nella categoria delle tecniche cognitive, ciò è particolarmente vero per la tecnica di induzione mnemonica dei sogni lucidi ampiamente utilizzata (MILD; Levitan e LaBerge, 1994 ; Neuhäusler et al., 2018 ).

Il MILD è infatti più efficiente se l’allievo si sveglia durante la notte, rimane sveglio per 30-120 minuti e poi torna a dormire (Stumbrys et al., 2012). Questa osservazione ha portato allo sviluppo della tecnica Wake-up-back-to-Bed, un metodo di induzione (appartenente alla prima categoria*) basato esclusivamente su risvegli forzati e periodi di veglia notturna. Tali metodi disturbano il sonno aumentandone la frammentazione, modificandone l’architettura e diminuendone la durata. Allo stesso modo, il metodo di rientro in sogno raccomanda di contare mentre ci si addormenta dopo un breve risveglio, il che potrebbe impedire ai tirocinanti di addormentarsi effettivamente (Stumbrys et al., 2012 ).

Per quanto riguarda la categoria dei metodi di stimolazione, il principio è fornire stimoli durante il sonno per attivare la lucidità. Tale stimolazione è intrinsecamente associata al rischio di svegliare (o eccitare) i partecipanti, e quindi di diminuire la profondità del sonno, interrompere l’architettura del sonno e/o ridurre la durata del sonno. La combinazione delle tecniche MILD con la stimolazione esterna è stata anche testata perché considerata promettente per indurre LD (LaBerge, 1988 ; Levitan e LaBerge, 1994 ). In questo caso il rischio di interruzione del sonno delle due tecniche è cumulativo.

Diverse sostanze sono state utilizzate anche per stimolare la LD (tramite aumento dell’acetilcolina intracerebrale), spesso in combinazione con la tecnica MILD (ad es. LaBerge et al., 2018 ; Baird et al., 2019 ). In questo caso, oltre al rischio già citato, c’è anche il rischio di perturbare l’equilibrio tra il sistema serotoninergico e quello colinergico che partecipano congiuntamente alla regolazione del sonno. Disturbare questo equilibrio può influire sull’integrità della struttura del sonno (cioè, maggiore frammentazione del sonno, tempo di veglia durante la notte e paralisi del sonno) e avere effetti negativi sulla salute (Stumbrys et al., 2012 ; Biard et al., 2015 , 2016 ).

Considerando l’enorme quantità di prove scientifiche che collegano una scarsa qualità o un sonno insufficiente a esiti avversi per la salute (compresa un’aspettativa di vita più breve), e in particolare della frammentazione del sonno in condizioni di salute fisica e cognitiva alterata (ad es. Stepanski, 2002 ; Bonnet e Arand, 2003 ; Mullington et al., 2009 ; Mary et al., 2013 ; Walker, 2017 , 2019 ; Ahuja et al., 2018 ; Barnes e Watson, 2019 ; Brauer et al., 2019 ; Pichard et al., 2019 ), si può seriamente mettere in discussione le conseguenze sulla salute della pratica regolare dei metodi di induzione della LD.

Lo stato cerebrale modificato durante LD

L’indagine sperimentale su LD è impegnativa data la difficoltà di ottenere LD in laboratorio. In effetti, la LD è rara e imprevedibile anche per i frequenti sognatori lucidi, specialmente in un ambiente sperimentale non familiare.

Tuttavia, applicando il metodo del rilevamento oggettivo di LD (segnalazione oculare predeterminata, LaBerge e Rheingold, 1991 ) a EEG e fMRI, alcuni neuroscienziati determinati sono riusciti a dare un’occhiata ai correlati cerebrali di LD. In uno studio pionieristico sull’EEG, Voss et al. ( 2009) è riuscito a registrare l’attività cerebrale di tre sognatori mentre stavano vivendo un sogno lucido.

Hanno osservato un aumento dell’attività nella banda di frequenza gamma nel lobo frontale nel sonno REM lucido rispetto al sonno REM non lucido e hanno concluso che LD costituisce uno stato ibrido di coscienza tra il sonno e la veglia (Hobson, 2009 ), con differenze definibili e misurabili dalla veglia e dal sonno REM, in particolare nelle zone frontali. Ciò è coerente con il fatto che la maggior parte dei metodi di induzione della LD promuovono un aumento del livello di eccitazione durante il sonno e suggeriscono che qualsiasi cosa suscettibile di risvegliare gradualmente il soggetto, inclusi gli incubi, potrebbe favorire o indurre la LD (es. Schredl e Erlacher, 2004). In linea con questa idea, uno studio fMRI su un caso ha mostrato che il sonno REM lucido era associato a una riattivazione di aree normalmente disattivate durante il sonno REM, come il precuneo bilaterale, i lobuli parietali e le cortecce prefrontale e occipito-temporale (Dresler et al. , 2012 ). Queste regioni sono coinvolte in funzioni cognitive superiori come l’autoconsapevolezza e le funzioni esecutive e la loro riattivazione durante la LD potrebbe spiegare la rinascita di un certo livello di autoconsapevolezza e controllo volontario (Hobson, 2009 ; Zink e Pietrowsky, 2015 ). A sostegno di questa ipotesi, un aumento del livello di consapevolezza autoriflessa durante il sogno è stato indotto dalla stimolazione transcranica a corrente alternata fronto-temporale (tACS) (Bray, 2014; Voss et al., 2014 ). Questo studio ha incoraggiato le persone a utilizzare tACS per indurre LD, il che solleva ancora una volta domande sulla sicurezza in particolare dell’uso cronico di un metodo che influenza l’attività elettrica corticale (al momento non ci sono informazioni cliniche sull’uso cronico o ripetuto di tACS).

Rischio di interruzione del sonno a causa di un aumento della frequenza LD

Nel caso di un aumento spontaneo della frequenza LD senza alcun uso di metodi di induzione, ci si può ancora chiedere quale sia l’impatto della “sostituzione” di uno stadio del sonno regolare con uno stadio del sonno ibrido sulla salute generale e in particolare sulla funzione del sonno, dato il noto coinvolgimento del buon sonno in buona salute e soprattutto del sonno REM nella regolazione emotiva e nel consolidamento della memoria (es. Rauchs et al., 2005 ; Walker e van der Helm, 2009 ; Perogamvros e Schwartz, 2013 ; Plailly et al. , 2019 ). Poiché ora ci sono prove che il cervello non funziona allo stesso modo durante il sonno REM lucido e non lucido (Voss et al., 2009 , 2014 ; Dresler et al., 2012), non si può escludere che un aumento della REM lucida a scapito della REM non lucida possa alterare o diminuire l’esito dei processi di regolazione noti per essere in gioco durante il sonno non lucido (Walker e van der Helm, 2009 ; Perogamvros e Schwartz , 2013 ; Ahuja et al., 2018 ; Lewis et al., 2018 ; Tempesta et al., 2018 ).

Discussione

Ci sono diversi motivi per temere un effetto negativo sul sonno e sulla salute di un uso regolare dei metodi di induzione LD o di un aumento della frequenza LD, poiché:

(1) i metodi di induzione LD alterano l’integrità del sonno

(2) lo stato cerebrale durante LD non è né quello di veglia né quello del sonno REM, ma piuttosto un ibrido che è naturalmente raro.

Tali preoccupazioni riguardo al possibile pericolo dell’allenamento LD per l’integrità del sonno sono riconosciute sul web: ” Un’altra preoccupazione è che impegnarsi in sogni lucidi richiede concentrazione e sforzo, il che potrebbe significare che il dormiente non si riposa abbastanza”. Tuttavia, tali riconoscimenti sono per lo più assenti dall’attuale letteratura scientifica e solo una manciata di studi ha studiato i potenziali svantaggi della LD. I pochi lavori sperimentali esistenti non sono visibili e confermano la temuta previsione mostrando una relazione significativa tra frequenza LD e scarsa qualità del sonno (Schadow et al., 2018 ; N = 1824). Allo stesso modo, Mota et al. ( 2016 ) hanno mostrato che la pratica della LD può potenziare ulteriormente delirio e allucinazioni in una popolazione psicotica.

Il nostro obiettivo è quindi richiamare l’attenzione sul fatto che, ad oggi, non abbiamo un’idea ben educata e chiara delle conseguenze che l’allenamento e la coltivazione della LD possono avere sull’integrità del sonno e più in generale sulla salute. Questo è ancora più importante per evidenziare che c’è una tendenza nelle pubblicazioni scientifiche e laiche a incoraggiare la LD e non menzionare i possibili effetti collaterali dei metodi di formazione della LD (es. Hobson, 2009 ; Mota-Rolim e Araujo, 2013 ; Stumbrys et al. , 2016 ; Dyck et al., 2017 ). 

Ad esempio, Dyck et al. ( 2017 ) incoraggiano ad aumentare la durata dei metodi di induzione LD senza menzionare i possibili effetti negativi sul sonno “Gli studi futuri dovrebbero estendere il periodo di formazione e aumentare la motivazione dei partecipanti utilizzando la tecnologia dei social media al fine di valutare quali tecniche potrebbero essere utili in un ambiente domestico per un gruppo di partecipanti non specificamente selezionati per un forte interesse per i sogni lucidi . Si può leggere ulteriormente in Mota-Rolim e Araujo ( 2013 ): ” L’ LD può consentire l’immaginazione motoria durante il sogno con un possibile miglioramento della riabilitazione fisica ” e in Stumbrys et al. ( 2016 ): “La pratica del sogno lucido fornisce una simulazione più realistica dell’ambiente di veglia rispetto alla pratica mentale e potrebbe essere utilizzata in alternativa quando un atleta è infortunato, non è in grado di esercitarsi fisicamente o le azioni sono pericolose […] Anche se solo un numero limitato di atleti ha sogni lucidi su un frequente base, esiste un’ampia gamma di tecniche che possono essere utilizzate per l’induzione dei sogni lucidi . In queste due ultime pubblicazioni LD è incoraggiato a ottenere ciò che potrebbe essere fatto nel modo più efficace dalle immagini motorie durante la veglia (cioè, prestazioni motorie migliorate, come mostrato dagli autori in Stumbrys et al., 2016 ), e senza menzionare i possibili effetti collaterali di Pratica LD sul sonno. LD è anche raccomandato in diverse pubblicazioni (es. Mota-Rolim e Araujo, 2013 ; Morgenthaler et al.,2018 ; Sparrow et al., 2018 ) come un possibile modo per diminuire la frequenza degli incubi, anche se diverse tecniche comportamentali che preservano il sonno stanno funzionando in modo molto efficiente per questo argomento (ad es. Cracovia e Zadra, 2006 ; Casement e Swanson, 2012 ; Putois et al., 2019 ; Terapia di prova per immagini).

La nostra opinione (degli autori citati, condivisa da me che riporto il testo attraverso qualche modifica per adattarlo al format dell’Articolo) è quindi che bisogna essere cauti e responsabili riguardo alle raccomandazioni per praticare metodi di formazione LD e uno stato (LD) le cui conseguenze sulla salute sono sconosciute e poco studiate. Per migliorare la sicurezza dell’uso sperimentale della LD nella ricerca o come attività ricreativa, studi futuri dovrebbero indagare gli aspetti negativi sopra discussi della pratica dei metodi di induzione della LD e dell’aumento della frequenza della LD e caratterizzarli.

Per altre informazioni

Conclusione

In questo documento di opinione, richiamiamo l’attenzione sul possibile effetto negativo della LD sul sonno e sulla salute. Ci sono diverse ragioni che portano a temere che LD, e in particolare l’allenamento per aumentare la frequenza LD, possa essere dannoso per il sonno normale e in particolare per i processi di regolazione del sonno. Il nostro scopo è incoraggiare gli studi futuri a riconoscere la mancanza di conoscenza riguardo ai possibili effetti collaterali dei metodi di induzione di LD o all’aumento della frequenza di LD, nonché di indagare su tali effetti collaterali per caratterizzare meglio cosa sono e in quale contesto compaiono.

Plasmare il normale svolgimento dell’attività onirica di un individuo, significa plasmare l’onironauta che tale individuo rappresenta durante la fase REM Lucida del sonno.

Plasmare una routine (psico-comportamentale) ormai radicata nella vita reale di tutti i giorni, significa plasmare l’essere umano che l’individuo è in ogni momento.

Lavorando sull’io dello stato di veglia, di giorno, si lavora automaticamente anche sull’io dello stato di sonno, di notte; e viceversa.

Il SL è lo specchio illusorio ed inconscio, arricchito da una nota di consapevolezza, di chi siamo nella realtà.

La Neuroscienza Cognitiva del Sogno Lucido

Informazioni tratte da PubMed: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/
Autori originali dei documenti di riferimento (citati): Benjamin Baird 1Sergio A Mota-Rolim 2Martin Dresler 3

Autore del seguente Articolo: NeuroEngineer

La neurobiologia del sogno lucido (SL), nonostante sia ormai ufficialmente ambito di ricerca scientifica da anni, è ancora incompleta e in via di sviluppo. Gli studi che essa porta avanti sono principalmente di tipo elettroencefalografico, di neuroimaging, di lesioni cerebrali, farmacologico e di stimolazione cerebrale. Alcuni di questi studi, soprattutto quelli elettroencefalografici, sono tuttavia sottodimensionati e a volte mostrano risultati contrastanti. Il vero problema è che non siamo attualmente in grado di comprendere in modo chiaro e perfetto il linguaggio con cui il cervello, sia umano che animale, si esprime. Non c’è però motivo di disperarsi: mese dopo mese, le neuroscienze portano risultati importantissimi nelle case di tutti i ricercatori. Stiamo iniziando a comprendere oggi più che mai l’importanza di svelare uno dei più grandi misteri della nostra esistenza, che ci accompagna fisicamente nella vita di tutti i giorni: la nostra mente. In questo articolo e in quelli che seguiranno, cercheremo di tenere il passo, di analizzare piano piano tutte le importanti scoperte e innovazioni, sia teoriche (conoscenza) che pratiche (tecnologia), che stanno avvenendo nei nostri anni; tutto questo concentrandoci ovviamente sul mondo dei Sogni Lucidi.

Iniziamo col dire che i dati di neuroimaging (mappatura e visualizzazione del cervello) sono per ora scarsi a proposito dell’onironautica, ma i risultati preliminari suggeriscono che le regioni prefrontali e parietali sono coinvolte nel fenomeno. Un obiettivo fondamentale della ricerca è anche lo sviluppo di metodi per indurre sogni lucidi, artificialmente, ottenendo risultati benefici da più punti di vista sia a breve che a lungo termine. La combinazione dell’allenamento nel set mentale con la stimolazione colinergica (che coinvolge l’acetilcolina) ha mostrato risultati promettenti, mentre non è chiaro se la stimolazione cerebrale elettrica possa essere utilizzata per indurre sogni lucidi. Il SL ha applicazioni cliniche e scientifiche e mostra un potenziale emergente come metodologia nella neuroscienza cognitiva della coscienza. Il prossimo passo sarà quello di colmare alcune lacune in merito: sono dunque necessarie ulteriori ricerche con campioni di dimensioni maggiori e una metodologia raffinata.

Immagine: Blood-oxygen-level dependent (BOLD) activation in fMRI case study of lucid dreaming

Descriviamo adesso questa immagine: https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0149763418303361-gr2.jpg . Alcune descrizioni saranno ricche di tecnicismi, ma essi sono necessari per comprendere la situazione:

a) Attivazione dipendente dal livello di ossigeno nel sangue (BOLD) nel caso di studio fMRI del sogno lucido ( Dresler et al., 2012 ). I cluster mostrano le regioni con un segnale BOLD significativamente aumentato durante il sonno REM lucido ( p FDR <0,005) nella vista dell’emisfero laterale sinistro (a sinistra) e nella vista dell’emisfero laterale destro (a destra). È stata osservata una maggiore attività nella corteccia prefrontale anteriore (aPFC), nella corteccia parietale mediale e laterale, compreso il giro sopramarginale e angolare e il giro temporale inferiore/medio durante il sonno REM lucido in contrasto con il sonno REM non lucido.

b) Differenze di connettività funzionale nello stato di riposo basate sui semi tra frequenti sognatori lucidi e controlli ( Baird et al., 2018a ).Per stimare la connettività, le regioni di interesse sferiche sono state definite in aPFC sulla base del picco di voxel riportato in Dresler et al. (2012) (cerchio rosso). Frequenti sognatori lucidi avevano una maggiore connettività funzionale nello stato di riposo tra aPFC sinistro e giro angolare bilaterale, giro temporale medio bilaterale e giro frontale inferiore destro. Tutti i cluster sono significativi a p <0,05, corretti per confronti multipli a livello di cluster.

Cerchiamo di chiarire un pò alcuni concetti:

-) Per clustering si intende un insieme di tecniche di analisi multivariata dei dati volte alla selezione e raggruppamento di elementi omogenei in un insieme di dati. Le tecniche di clustering si basano quindi su misure relative alla somiglianza tra gli elementi. Nel caso dell’fMRI e più in particolare dell’EDA, questa tecnica fa riferimento alla localizzazione di dati nel tempo e nello spazio specifici.

-) Ma che cosa è l’fMRI? Sono possibili due risposte, una sintetica e una complessa. Se vi accontentate della prima, vi basti sapere che è una specifica tecnica di Risonanza Magnetica. Se invece siete coraggiosi e volete approfondire, ecco un PDF che la spiega molto bene: http://arpg-serv.ing2.uniroma1.it/arpg-site/images/ARPG_MEDIA/Tesi/tesi_finale_Andellini.pdf

Questi due video spiegano sinteticamente di quali fasi è composto il Sonno e cosa sia un Ipnogramma. Questi due elementi sono fondamentali se vogliamo capire cosa è, scientificamente parlando, un Sogno Lucido. Come suggerisce il nome, il SL è una variante del sogno, fenomeno che avviene esclusivamente durante la fase REM.

Ma cosa accade durante la fase REM, ovvero il movimento oculare rapido, quando si assiste ad un SL? Ecco un grafico che lo spiega: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6451677/figure/F1/

Segnale di movimento oculare sinistro-destra-sinistra-destra-centro (LRLR) esemplare durante il sonno REM verificato con polisonnografia. I partecipanti segnalano quando si rendono conto che stanno sognando guardando rapidamente tutto a sinistra (come se si guardassero l’orecchio), poi tutto a destra due volte consecutive e poi di nuovo al centro senza fermarsi. Il segnale LRLR è facilmente distinguibile nell’HEOG, che mostra una forma distintiva di quattro movimenti oculari a fondo scala consecutivi di ampiezza maggiore rispetto ai tipici REM. Nota l’elettroencefalogramma ad alta frequenza (EEG) con ritmo theta (~ 5 Hz) e mancanza di alfa a OZ, nonché ampiezza minima dell’elettromiogramma (EMG) a causa dell’atonia muscolare caratteristica del sonno REM (a sinistra) rispetto alla veglia (a destra).

Questo Articolo costituisce una vera e propria lista di “ingredienti” base, la cui assimilazione è necessaria prima di proseguire con la nostra spiegazione scientifica-ufficiale del fenomeno che è il SL, nonché delle sue molteplici conseguenze e applicazioni.

Ma a cosa servono tutte queste competenze? Credo questo:

Il buon astronauta professionista, viaggiatore a bordo di un’astronave, per rendere produttiva la propria missione deve conoscere lo spazio cosmico che si troverà ad esplorare.

Il buon onironauta professionista, viaggiatore a bordo della propria mente, per rendere produttivo il proprio sogno lucido deve conoscere il mondo onirico che si troverà ad esplorare.

E poi, davvero vogliamo vivere una Realtà che non sappiamo neanche da quali leggi sia governata? Ricordo al lettore che, senza la conoscenza che abbiamo acquisito fino ad oggi in merito al nostro mondo reale, saremmo ancora all’età della pietra. Conoscere di più la nostra mente, soprattutto i suoi funzionamenti durante la fase REM Lucida, significa godere di un SL ben più utile, funzionale, efficiente, produttivo e bello di quello di cui si farebbe esperienza altrimenti. Direi che è arrivato il momento che anche la figura dell’onironauta inizi ad approcciare una nuova età, quella moderna…che inizi a trasformarsi, piano piano, nell’ Oneironaut Sapiens!