L’autoipnosi

L’autoipnosi consiste nel raggiungere uno stato di ipnosi senza l’intervento di un soggetto esterno.


Tecnica d’autoipnosi

Una tecnica segnalata da Guido Gardini nel suo articolo sui sogni lucidi è basata sull’autoipnosi. In pratica quando ci si prepara per dormire e si è già molto rilassati, bisogna concentrarsi prima su tre raffigurazioni mentali di tipo visivo, tre di tipo auditivo e tre di tipo cenestetico. Poi si passa, scalando di uno, a due raffigurazioni di tipo visivo, seguito da due auditive e due cenestetiche; infine a una sola rappresentazione visiva, una uditiva e una cenestetica. A questo punto, secondo Gardini, si è già arrivati a un buono stato di autoipnosi.

Personalmente, per indurre un sogno lucido, uso queste immagini mentali: un grosso manifesto pubblicitario coloratissimo, con la scritta, a lettere cubitali “QUESTO È UN SOGNO” (I immagine visiva); tanti palloncini variopinti che salgono verso il cielo e portano le iniziali SL su ciascuno (II immagine visiva); la copertina del mio libro preferito che parla di sogni lucidi (III immagine visiva).

Tra le immagini auditive preferisco queste: immagino di ascoltare una voce tipo annunciatore che dice “Ed ora, signore e signori, vi presento un bellissimo SOGNO LUCIDO! (I rappresentazione uditiva); immagino poi una voce sussurrante che canta “dreams, dreams…” (II rappresentazione uditiva) e infine ‘sento’ le parole che ho registrato su una cassetta di induzione ai sogni lucidi: “questo è un sogno e tu stai sognando” (III rappresentazione).

Quelle che mi piacciono di più però sono le rappresentazioni mentali di tipo cenestetico. In esse cerco di immergermi completamente con la fantasia in modo da percepire le varie sensazioni, proprio come se stessi operando in un sogno lucido: immagino di staccarmi dal mio corpo fisico e di alzarmi a sedere sul letto, (percepisco le sensazioni che ho vissuto varie volte nel fare questo, cercando di riassaporarne ogni dettaglio); immagino poi di accorgermi che sto sognando e cerco di rivivere le emozioni colme di gioiosa sorpresa che accompagnano questi momenti; infine immagino il più vividamente possibile di iniziare a volare, sollevandomi da terra.

A volte, mentre sono calata in una di queste fantasie, mi accorgo che non la sto più vivendo con uno sforzo di concentrazione: gradatamente tutto diventa facile, naturale. Lo sfondo della mia immagine mentale si anima, come di vita propria, con una grande ricchezza di colori e di particolari che non sono creati consapevolmente da me; allora mi accorgo che il sogno mi ha “preso per mano” e sono entrata nel suo regno: ora sono libera di agire in esso conservando la lucidità.

Naturalmente potete scegliere qualsiasi immagine da visualizzare durante l’esercizio, ma vi consiglio di sceglier immagini mentali particolarmente significative per voi, anche se semplici, e di stabilirle prima di coricarvi: spesso infatti, quando si è molto rilassati e prossimi al sonno, si scopre che è difficile mantenere la concentrazione nel disporre le immagini e nello scalarle in sequenza: se poi occorre anche inventarle in quel momento, il lavoro si complica ulteriormente. È meglio quindi progettarle in un momento di calma e di piena lucidità mentale, durante il giorno.

Vi raccomando anche di non continuare a cambiare le immagini, perché potreste fare confusione durante l’esercizio; piuttosto cercate di arricchire sempre più le vostre immagini mentali di colori, particolari e dettagli: in questo modo, oltre ad avere sogni lucidi, potrete stimolare ed esercitare le capacità di visualizzazione, molto utile anche per altri tipi di esercizi.


Fonte

Bandler R. e Grinder J. – Ipnosi e trasformazione – Ed.Astrolabio, pag. 225 e seg.

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